Certificazione di qualità, che cos’è?

Clienti e aziende, un rapporto che da sempre alimenta il settore del commercio nel mondo. Uno dei punti centrali di questo scambio è legato alla qualità e all’affidabilità che un’attività può offrire ai consumatori. Chi si occupa di vendita servizi e prodotti deve anche donare una garanzia rispetto a cosa presenta: tali conferme arrivano attraverso una certificazione di qualità. Ma che cosa si cela dietro a questo concetto?
Si parla di una qualità a 360 gradi, che chiama in causa direttamente un’organizzazione, un programma ben strutturato per soddisfare le richieste e le aspettative di tutte le parti coinvolte. E’ fondamentale quindi rispondere sempre alle esigenze della domanda di mercato e con le certificazioni qualità un terzo organismo attesta il rispetto di requisiti e norme per la gestione aziendale.
Quali sono i requisiti per ottenere una certificazione di qualità
Un’azienda può decidere di adottare e migliorare i propri sistemi gestionali per raggiungere tale obiettivo rispettando una serie di requisiti che riguardano diverse fasi. Per esempio i processi di produzione, la sicurezza sul lavoro o alimentare e la soddisfazione dei clienti. Si tratta di un fondamentale dettaglio che permette di conquistare i mercati fino a primeggiare nel proprio ramo. Aderire al programma e rispettare le norme previste è un fattore volontario, a meno che non vi sia una specifica richiesta rispetto a requisiti cogenti.
Le informazioni documentate e i regolamenti sono importanti per il corretto funzionamento di tutti i processi, oltre a migliorare il lavoro e l’ottenimento degli obiettivi. Aderire a questo percorso può prevedere due tipologie di motivazioni:
- Esterne: quando possono essere state inoltrate delle richieste da parte dei consumatori che vogliono verificare la qualità e affidabilità della fornitura;
- Interne: l’impresa ha la necessità di puntare su un’organizzazione efficiente per lanciarsi verso nuovi mercati senza attendere input esterni.
Le tipologie di certificazioni
E’ doveroso far notare che le certificazioni di qualità sono applicabili per qualunque tipologia di impresa. Essendo versatili riguardano quindi sia l’ambito pubblico che privato.
Vediamo quali sono le aree di gestione e quindi le diverse tipologie di certificazioni esistenti:
- Certificazioni sistemi di gestione aziendali: le norme sono applicabili su vari contesti;
- Le certificazioni per tutte le professioni che non sono appartenenti ad ordini o albi;
- Certificazioni e standard che riguardano il settore dell’alimentazione;
- Le norme per la certificazione ambientale;
- Competenze di qualifica e formazione auditor;
- Certificazioni di qualità per i processi e servizi delle aziende.
Quali sono gli obiettivi
Sfruttando la versatilità delle norme si potranno raggiungere diversi obiettivi che partono con l’analisi e monitoraggio dei processi aziendali per migliorarne l’efficienza. Si possono poi definire eventuali rischi per un’attività e applicare una serie di strategie mirate al miglioramento. In tal modo sarà sotto controllo la situazione produttiva e commerciale, prevenendo le criticità, eventuali multe amministrative e fermi.
Non dimentichiamo poi quanto sia importante coinvolgere attivamente i fornitori, i collaboratori e le risorse interne nella fase di adeguamento ai requisiti. Migliorando così la struttura e anche l’immagine del proprio brand sul mercato permette di colpire i clienti. Raggiungere il loro compiacimento, rispetto all’esperienza di acquisto, offre a un’azienda due occasioni. Da un lato si distinguerà dalla concorrenza; dall’altro riuscirà ad aprirsi a nuovi mercati. Infine, è possibile sfruttare la certificazione di qualità per avere accesso a bandi pubblici e per ottenere sgravi e facilitazioni fiscali.
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